Sensori di temperatura e cold chain:

di quanto i sensori di temperatura Serverflu possano essere performante e preciso nei punti focali della catena del freddo si è detto molto, qui ci si addentra con maggiore attenzione nella materia

Nell’articolo di apertura di oggi si è usato volontariamente un termine forte – sensori di temperatura per una cold chain ‘salva vita’ – perché in determinate situazioni, purtroppo, un errore, umano o meccanico, rischia di impedire, appunto, la salvezza umana: ospedali (soprattutto quelli privi di celle di stoccaggio), aziende farmaceutiche, laboratori devono poter avere le massime garanzie di monitoraggio mediante sensori di temperatura efficaci quando la catena del freddo è destinata al trasporto di organi, tessuti, sangue, vaccini. L’elettronica dei sensori di temperatura di Magiant risponde ottimamente anche a queste esigenze, dovunque sia possibile avere a disposizione un processore, magari utilizzandone la tecnologia anche grazie ai PC portatili se le condizioni dei mezzi di trasporto lo consentono; è il caso ad esempio del trasporto di organi, effettuato in adeguati e testati contenitori isolanti e refrigerati, dove tuttavia la temperatura esterna potrebbe – fortunatamente in rare occasioni – influire sulla tenuta del contenitore, qualora, ad esempio, esso fosse danneggiato e permettessa anche una minima infiltrazione di aria esterna. Allo stato dell’arte, la soluzione che minimizza e potenzialmente elimina danni in ogni punto della catena è quella che combina sensori di temperatura USB, come Serverflu, per gli ambienti chiusi e sensori di temperatura wireless durante il trasporto.

Si tratta di due tipologie di sensori di temperatura dall’elettronica avanzata che, pur su basi differenti, devono tassativamente garantire un monitoraggio sinergico che dia le necessarie garanzie grazie ad una serie di caratteristiche proprie degli strumenti. Inoltre, e si tratta di un’impellenza sentita a livello mondiale, i magazzini di stoccaggio di vaccini, materiali biomedicali, sangue e tessuti sono ancora una volta il punto di partenza per avviare una catena del freddo nel modo più sicuro, corretto ed efficace: i luoghi dove è possibile installare sensori di temperatura in grado di segnalare con estrema precisione le variazioni di temperatura, infatti, sono il punto cardine che permette di avere la certezza che, alla partenza, le sostanze si trovino in condizioni ‘perfette’. Eppure, benché il mercato offra svariate tipologie di sensori, non tutti rispondono alle necessità stringenti dei settori chimici, farmaceutici, ospedalieri.
Perché?
Perché non tutto quello che il mercato offre può garantire sensori di temperatura con le seguenti caratteristiche:

  • assenza di batterie, il che elimina il problema di averne sempre a disposizione;
  • elettronica basata su ingresso USB, con possibilità di prolunga che, e in questo caso è consigliabile che il PC su cui Serverflu lavora sia un portatile, permette l’attività del sensore anche in caso di black out o ritardi nell’attivazione del sistema UPS; segnalazione immediatamente dellele criticità;
  • garanzia di monitoraggio continuo, 24 ore su 24;
  • eliminazione del presidio umano costante grazie agli alert che segnalano il raggiungimento delle soglie critiche non solo sul monitor dell’hardware sul quale Serverflu lavora, ma anche mediante l’invio di email ed SMS a indirizzi e numeri telefonici selezionati così da ridurre al minimo il permanere di condizioni critiche; a questo proposito è consigliabile impostare le soglie in modo stringente, persino più limitante rispetto a quello ottimale poiché si abbassano ulteriormente i rischi che un prolungano aumento della temperatura deteriori i materiali poiché l’allarme raggiunge ‘anticipatamente’ il manutentore;

Magiant garantisce tutto questo, sia per materiali medicali resi inefficaci dall’innalzamento della temperatura (vaccini per varicella, morbillo e parotite) sia per quelli che si compromettono al suo abbassarsi (vaccini antiepatite B, antidifterite, per il tetano, per la pertosse).

M.F. Pria