Termoigrometro nel mondo Linux:

è sufficiente un termoigrometro perché il sistema operativo Linux, un ‘mondo particolare’, venga preservato dai rischi di uno schok termico

I dati di mercato più attuali – che del resto sembrano copie fedeli di se stessi di anno in anno – assegnano oltre il 90% del mercato dei personal computer desktop e laptop al sistema operativo Microsoft Windows e ormai pochi appassionati cercano ancora di capire quanto corposo sia il debito che la GUI di Microsoft paga al mondo Macintosh, il primo sistema operativo a offrire un’interfaccia utente basata sulla grafica e che si propose di avvicinare al mondo dell’informatica anche coloro che vedevano nel computer uno strumento per specialisti. Oggi moltissime persone sono nella World Wide Web ed è per loro scontato avviare ogni mattina il PC e trovarsi di fronte ad un ambiente familiare. Quell’ambiente è quasi sempre una versione professional o home di Microsoft Windows. Alcuni di loro, tuttavia, personalmente o per scelte effettuate a livello aziendale (anche se, soprattutto nelle grandi imprese questo passaggio fatica ad avvenire, mentre molte PMI, magari di settori specifici ancora legati alla progettazione informatica, si mostrano più ‘open mind’) si trovano di fronte a una delle più notevoli rivoluzioni del mondo informatico degli ultimi tempi: un sistema operativo per la maggior parte open source, in continua evoluzione grazie alle implementazioni progettate da collaboratori di tutto il mondo. È chiaro, si sta parlando di Linux, attualmente usato, soprattutto, come sistema operativo su server, in ambienti di produzione o in dispositivi embedded. Va da sé che anche in questa situazione il monitoraggio dell’ambiente in cui si colloca il server o il PC server debba dare le più elevate garanzie di precisione per evitare la disaster recovery. Si possono perdere ore e giorni di lavoro per la mancanza di un termoigrometro efficiente in grado di operare senza presidio 24 ore su 24 e allertare immediatamente da remoto con email ed SMS quando le soglie ottimali – quelle standard per ogni server room o per l’ambiente in cui si trova il PC server – vengono superate. Sono infatti sempre possibili circostanze in cui uno dei PC collegati al server si guasti e il recupero dati da quella specifica macchina divenga molto difficoltoso ed oneroso. Scegliere il termoigrometro Umiflu di Magiant per monitorare l’ambiente dove è collocato il server a livello di temperatura e umidità permette di non doversi occupare della disaster recovery del singolo PC, poiché il termoigrometro è uno strumento nato perché la disaster prevention avvenga alla fonte. Il server è sempre protetto, il termoigrometro ad esso collegato è in grado di avviare lo shot-down automatico preservando ogni dato o dando il tempo necessario per intervenire sulle apparecchiature di ventilazione, areazione, condizionamento che hanno provocato lo shock termico.

Chiedete una consulenza gratuita sui prodotti di Magiant e sulle loro potenzialità. Perché? Perché il termoigrometro Umiflu, come la versione per la misurazione della sola temperatura Serverflu, è nativo, oltre che per i sistemi operativi Windows, anche per Linux. Una consulenza, un investimento iniziale ridotto per un prodotto low power che si presenta come una pratica pen drive USB e il cui software è intuitivo e rispondente a svariate esigenza: ecco la risposta alla necessità di protezione di un server su base Linux.

M.F. Pria