Termoigrometro, molteplici applicazioni per la canapa:

con un termoigrometro notevoli vantaggi nel coltivare materiali naturali ed ecocompatibili

Qualche settimana fa è stato dedicato un approfondimento alla coltivazione indoor della canapa sativa, mostrando i vantaggi che il termoigrometro Umiflu di Magiant, grazie al quale è possibile garantire la coltivazione per l’intero anno senza dover seguire i cicli stagionali e senza correre i rischi di perdere in parte o del tutto il raccolto per problematiche meteorologiche non controllabili. È proprio grazie alle caratteristiche tecnologiche del termoigrometro di Magiant che è possibile misurare temperatura e umidità, monitoraggio fondamentale per la buona riuscita della semina, con l’ausilio di un PC cui collegare il sensore di temperatura e umidità USB pen drive. I range operativi di Umiflu – temperatura di esercizio inclusa tra –20 °C e +70 °C con una precisione di ±0,5 °C – sono del tutto idonei alle richieste della coltivazione della canapa. La tecnologia di Umiflu, inoltre, grazie al software user friendly che permette di impostare le soglie e gli allarmi in caso di superamento delle stesse, offre un indiscutibile rapporto qualità/prezzo e un risparmio energetico costante, dal momento che il prodotto consuma molto poco e non necessita di manutenzione in quanto – collegato all’ingresso USB del PC – non necessita di manutenzione. Già da queste ultime notazioni si potrebbe parlare di un termoigrometro green, ma gli approfondimenti odierni sono dedicati alle green solutions che Umiflu rende possibili nel campo di una coltivazione particolare quale è appunto quella della canapa sativa, la stessa che viene coltivata – in campi aperti – a Capannori, in Toscana, dove la produzione è destinata soprattutto alla bioedilizia. Materiale naturale e salubre – naturalmente nel rispetto delle normative per la sua coltivazione – la canapa è una materia prima dalla quale si ricavano molteplici elementi per la bioedilizia. Il suo utilizzo come materia green da costruzione per gli edifici ha infatti un impatto ambientale ridotto rispetto a quelli costruiti con altri materie prime, oltre ad avere un costo più ragionevole, come dimostra il fatto che la lana di canapa, prodotto che si ottiene a seguito di un processo di semimacerazione, permette di produrre pannelli isolanti e fonoassorbenti che vengono distribuiti sul mercato ad un prezzo concorrenziale rispetto ai loro affini, ovvero i pannelli in lana di vetro e quelli in sughero.
Ma, come anticipato, la canapa non è solo bioedilizia, gli studi dei possibili utilizzi, infatti, hanno portato all’uso del materiale in diversi settori:

  • dalle foglie e dai fiori si ricavano bevande, olii essenziali per l’industria dei profumi, THC per usi farmaceutici (il principio attivo è benefico in preparazioni per la cura dell’asma, come antiemetico, per la cura del glaucoma e come analgesico anche nella terapia del dolore);
  • dai semi si ricavano alimenti proteici, esche per la pesca, olii alimentari da spremitura a freddo, detergenti per l’igiene personale, olii per la produzione di detersivi, inchiostri, tinture, lubrificanti, solventi, combustibili (biodiesel), farine alimentari;
  • dalle fibre si ricavano filati pregiati per abbigliamento e filati meno pregiati per cordami, reti, sacchi, pasta di cellulosa per carte speciali, cartoni e imballaggi, guarnizioni per i freni; inoltre dalla fibra corta semimacerata si ottengono, oltre ai pannelli isolanti, imbottiture per auto.

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M.F. Pria