Igrometri:

la necessità di uno o più igrometri all’interno delle server room, uno speciale dedicato ad approfondire la loro importanza  all’interno delle server room

Con riferimento alle soglie di umidità e temperatura indicate nell’articolo di apertura odierno, si dà per assodato che, poiché tali soglie sono molto vicine al confort microclimatico umano, gli operatori che lavorano nelle server room, in quanto specialisti informatici, siano perfettamente in grado di comprendere che il server monitor richiede di trattare la sala non come un normale ufficio, ma come un ambiente le cui condizioni vanno diligentemente preservate, piuttosto utilizzando accorgimenti per non subire i danni fisici dovuti al fatto che l’umidità microclimatica ottimale per l’uomo si assesta intorno al 65%. Si analizzano dunque qui le necessità cui gli igrometri rispondono dal punto di vista tecnologico.

Un tasso di umidità controllato e monitorato non è dannoso per le server room, anzi protegge l’ambiente dal rischio di un clima secco, potenziale veicolo di elettricità statica, la quale trova condizioni migliori se può fare leva su un clima secco e provoca danni alle apparecchiature, e protegge da un’umidità eccessiva, che aumenta i danni alle infrastrutture IT derivanti dall’azione negativa della condensa.

Le ragioni per cui il monitoraggio degli igrometri (dotati anche di funzione di rilevazione della temperatura) Umiflu di Magiant è un elemento importante nella progettazione o nell’ammodernamento delle server farm, dipende dal fatto che all’interno degli ambienti dedicati alle apparecchiature IT possono crearsi tre condizioni che portano ad oscillazioni preoccupanti della variabile.

  • Infiltrazioni – Il principio dell’osmosi, inteso come due corpi in condizioni fisiche differenti che tendono, una volta messi a contatto, a regolarsi reciprocamente su condizioni paritarie, vale anche all’interno delle server room, dove gli igrometri rilevano le variazioni dovute a presenza strutturale o casuale di infiltrazione. La server farm, infatti, tende a pareggiare le condizioni di temperatura e umidità con quelle degli ambienti circostanti. Se, naturalmente, un isolamento idoneo di porte e finestre elimina in gran parte i rischi connessi alle influenze dell’ambiente esterno, l’apertura troppo frequente delle porte o una disattenzione che le lasci aperte, circostanze dipendenti da errore umano o necessità, deve essere monitorata costantemente.
  • Condensa – Gli igrometri permettono di registrare in tempo utile per evitare danni alle infrastrutture l’aumento della percentuale di UR anche quando essa è causata dal processo di condensazione del vapore. I dispositivi di raffreddamento presenti nelle server room, infatti, se da un lato permettono e garantiscono il controllo della temperatura dell’aria, dall’altro lato possono portare alla creazione di condensa, quindi di acqua. L’attività degli igrometri di Magiant, rilevando una variazione verso l’alto del tasso di UR, permette in tempi rapidi ai manutentori di intervenire ed eventualmente di programmare l’installazione di un umidificatore nella server room che aumenti la portata di vapore all’interno dei sistemi di condizionamento.
  • Ventilazione – Per garantire un adeguato ricambio di ossigeno ai lavoratori, gli edifici industriali sono dotati di dispositivi che dall’ambiente sterno introducono aria ‘pulita’ negli ambienti, comprese le server room. Si tratta naturalmente di un presidio importante per il benessere degli operatori, tuttavia, in ambienti delicati come le sale server, tali dispositivi di ventilazione influiscono sui livelli di umidità. La soluzione più efficace è quella di avviare uno studio progettuale della server room per fare in modo che la ventilazione naturale si blocchi automaticamente quando il tasso di UR esterno è troppo basso o troppo elevato, come avviene in caso di piogge consistenti. Tuttavia un simile investimento può essere impegnativo, soprattutto per una PMI che può dunque affidarsi agli igrometri Umiflu e, una volta dedotta la ragione della variazione di UR, intervenire manualmente chiudendo – per il tempo necessario – i bocchettoni o le ventole per il ricambio di ossigeno.

M.F. Pria