Controllo temperatura CPU:

best practice per garantire la tutela dei personal computer? Controllo temperatura CPU al primo posto

Mentre i meteorologi sulle pagine di Corriere.it finalmente si confrontano sul terrorismo mediatico legato al caldo estivo, recentemente anche Magiant si è trovata ad assistere a un’inattesa tavola rotonda composta di liberi professionisti che lavorano nel proprio studio e il cui strumento essenziale è il personal computer. Grafici, giornalisti, psicologi che lamentano, almeno una volta nella loro vita, di essersi trovati disarmati di fronte al PC ‘fritto’ dal caldo.

“Abbassare la temperatura del condizionatore” è una risposta fin troppo banale, poiché è il controllo temperatura CPU la risposta più consona, economica e idonea anche per i professionisti che non dispongono di PC server o sale CED. Senza dimenticare che ci sono uffici professionali che non dispongono, per scelta, di sistemi di condizionamento per mantenere il microclima idoneo alla preservazione del PC e per i quali diventa fondamentale rilevare le soglie di critiche di temperatura, in tal caso intervenendo con l’arresto del sistema.

Il controllo temperatura CPU è molto importante dal momento che il calore eccessivo può causare:

  • una sensibile riduzione della ‘vita’ di alcune componenti del PC, ad esempio le schede video, costringendo alla loro sostituzione e alle attese  spesso piuttosto lunghe dei centri di assistenza e riparazione:
  • blocchi improvvisi del sistema con perdita degli ultimi dati;
  • danni permanenti al computer, che possono essere gravi al punto da obbligare alla sostituzione e, per i meno esperti, alla perdita di tutti i dati archiviati.

Ma nemmeno Magiant ci tiene a fare ‘terrorismo termico’, quindi sgombriamo il campo dai rischi che il PC corre nel momento in cui il professionista sta lavorando in modalità idle, ovvero utilizza il personal computer sottoponendolo a un carico ridotto di lavoro: il controllo temperatura CPU, in questi casi, non è cogente, poiché il processore è oggettivamente sottoposto a sforzi minimi e difficilmente subirà danni da eccessivo calore.

Quando, al contrario, il lavoro avviene a pieno carico (modalità full), come può avvenire quando è necessario far lavorare contemporaneamente molteplici applicazioni che richiedono impegno elevato alla CPU,  il monitoraggio della temperatura ambientale è fondamentale. Ad oggi, molte componenti delicate dei personal computer, ad esempio nelle generazione Core 2 Duo e nei processori Core i3 e successivi le schede video tollerano temperature interne fino ai 70 °C, ma il controllo temperatura CPU in full pone limiti ben diversi: per l’hard disk, tra i componenti più delicati, una temperatura ambientale – non interna – che non superi i 30 °C è quella che meglio tutela dai danni.

Molti programmi, alcuni dei quali sono freeware, permettono di rilevare la temperatura interna dovuta al carico di lavoro del PC, ma un efficace controllo temperatura CPU deve garantire un monitoraggio continuo, visualizzabile anche da remoto mediante email e SMS (non è raro che i PC rimangano accesi anche in assenza del proprietario), che, mediante uno specifico script, sia in grado si avviare correttamente lo shut-down della macchina così che l’arresto del sistema non provochi perdita di dati.

Serverflu è la risposta a tutto questo e per ricevere una consulenza gratuita è sufficiente registrarsi: un investimento ragionevole che oltre a ‘salvare la vita’ al proprio PC tutela anche chi non effettua backup quotidiani su supporti esterni.

M.F. Pria